Sono state definite le regole per accedere al credito d’imposta per gli esercenti che adattano alle nuove regole i registratori telematici utilizzati per memorizzare e trasmettere al Fisco i dati dei corrispettivi giornalieri.
In un provvedimento, dell’Agenzia delle Entrate, sono spiegate le istruzioni per accedere al bonus pari al 100% della spesa, fino a un massimo di 50 euro per ogni misuratore fiscale destinato per chi “aggiorna” i registratori di cassa telematici.
Il bonus è utilizzabile in compensazione, tramite modello F24, a decorrere dalla prima liquidazione periodica dell’Iva successiva al mese in cui è stata registrata la fattura relativa all’adeguamento del misuratore fiscale e sia stato effettuato il relativo pagamento, con modalità tracciabile. Il credito è indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023 e nelle dichiarazioni degli anni successivi fino a conclusione dell’utilizzo.
Il provvedimento, dell’Agenzia delle Entrate, stabilisce:
- l’obbligatorietà dell’utilizzo dei servizi telematici delle Entrate per il conferimento delle deleghe F24;
- definisce i casi in cui il credito d’imposta non può essere utilizzato in relazione al plafond residuo del tetto di spesa autorizzato;
- precisa che il credito di imposta non è fruibile e il relativo modello F24 è scartato se al conferimento della delega F24 in base all’ordine cronologico di presentazione, il plafond residuo dello stanziamento previsto dalla citata disposizione agevolativa risulti incapiente rispetto all’importo del credito stesso.
Lo scarto è comunicato al soggetto che ha trasmesso il modello, tramite apposita ricevuta consultabile attraverso i servizi telematici dell’Agenzia.
Inoltre il pagamento delle somme per adeguare i misuratori fiscali deve essere tracciabile. Al riguardo sono valide le modalità già individuate con il provvedimento del 4 aprile 2018 (assegni, bancari e postali, circolari e non, vaglia cambiari e postali, nonché, a titolo esemplificativo, addebito diretto, bonifico bancario o postale, bollettino postale, carte di debito, di credito, prepagate, ovvero altri strumenti di pagamento elettronico disponibili, che consentano anche l’addebito in conto corrente).
Nel provvedimento citato sono individuate le modalità per il monitoraggio della spesa derivante dai crediti compensati.